Retino stocastico o retino tradizionale?

Retino stocastico o retino tradizionale?

Caratteristiche e differenze delle due tecnologie di retinatura più diffuse

 

Se osserviamo un prodotto stampato con una lente di ingrandimento noteremo un fatto curioso: quella che a prima vista ci appariva come un’immagine continua si rivela essere una costellazione di minuscoli puntini colorati. È un fenomeno molto difficile da osservare a occhio nudo (potete provare con le fotografie stampate sulle riviste) ma del tutto normale nella stampa offset, strettamente connaturato a una tecnologia detta retinatura. Vediamola più in dettaglio.

Cos’è la retinatura

La retinatura consiste nel corretto dimensionamento e nella giusta distribuzione sul supporto da stampare di quei puntini colorati che la lente di ingrandimento ha svelato ai nostri occhi. Solo così, infatti, il nostro cervello li organizzerà in un’immagine dotata di senso. Non diversamente da quanto succede coi fotogrammi di un film, la retinatura inganna il nostro apparato percettivo trasformando un insieme di punti colorati in un variopinto paesaggio autunnale. L’ordine di grandezza dei puntini è il micron (un millesimo di millimetro), pertanto quasi mai visibili a occhio nudo.

Per capire come funziona la retinatura immaginiamo di dover stampare una sfumatura di colore: un gradiente che va da un rosso pieno a un bianco puro. La macchina da stampa può solo stampare il rosso, lasciando che il bianco sia dato dal foglio non stampato. Ma come funziona per gli infiniti passaggi intermedi della nostra sfumatura di colore? Semplice: dove il rosso è più vivido i puntini saranno più grandi o più frequenti; a mano a mano che andiamo verso il bianco i puntini saranno più piccoli o meno frequenti.

Retino tradizionale e retino stocastico

Esistono due tecniche di retinatura tra le quali scegliere in base a ciò che dobbiamo stampare, al tipo di carta e a numerosi altri parametri da valutare caso per caso. Continuiamo per comodità a immaginarci la nostra sfumatura monocolore, ben sapendo che il principio di funzionamento resta valido anche nel caso dell’immagine di un bosco d’aceri canadesi in pieno foliage. In questo caso dovranno sovrapporsi più retini, in modo tale che si trovino a giustapporsi puntini di più colori, solitamente 4 (giallo, ciano, magenta e nero).

Il retino tradizionale (o retino AM)

Nel retino tradizionale (detto anche a Modulazione di Ampiezza) i punti colorati variano nella dimensione ma non nella posizione; hanno cioè sempre la medesima distanza tra loro. Punti più ampi determineranno tinte più nette; a punti via via più piccoli corrisponderanno zone sempre più sfumate.

Il retino stocastico (o retino FM)

Il retino stocastico (a Modulazione di Frequenza) non lavora sulla dimensione dei punti ma sulla loro frequenza nello spazio: dove i punti sono più fitti si avrà una tinta più piena, dove al contrario sono più radi la tinta schiarirà. Va precisato che la posizione dei punti non segue alcuno schema ma è casuale (“stocastico” significa proprio “casuale”): all’occhio la nostra sfumatura di colore apparirà quindi più naturale e complessivamente migliore.

Differenze tra retino tradizionale e retino stocastico

Torniamo aI nostro paesaggio autunnale. Nella stampa a 4 colori con retino tradizionale, il retino di ogni inchiostro (giallo, ciano, magenta e nero) dovrà essere opportunamente angolato rispetto agli altri per evitare il cosiddetto “effetto moiré”, una fastidiosa interferenza ottica che rischia di presentarsi quando si stampano texture di piccole dimensioni, come quelle dei tessuti, o certi pattern grafici. Questo rischio è scongiurato dalla retinatura stocastica proprio in virtù della casualità con la quale distribuisce i punti di stampa.

Anche i piccoli difetti di fuori registro dello stampato sono attenuati dalla retinatura stocastica. Per alcuni tipi di lavori, questo tipo di retinatura consente una migliore definizione delle immagini fotografiche; al tempo stesso ne attenua il contrasto e dà una leggera sensazione di granulosità. A livello produttivo, i retini stocastici incidono in maniera virtuosa sul consumo di inchiostro, in taluni casi diminuendolo in modo significativo.

Se hai ancora dubbi o domande contattaci. Sapremo valutare il tipo di retino più adatto al progetto di stampa che hai mente.